Associazione Lo Scarabocchiatore

Soffio letto per noi da Monica Moony Petronzi

Soffio è il fumetto di Giulio Ingrosso edito da Tora Edizioni attraverso il quale l’autore grazie all’aiuto di un piccolo fuoco fatuo anomalo ci racconta solitudini, paura e malattia.

“Curioso vero? Solitamente, la morte segna la fine di tutto.

Un sipario che si chiude, una giostra che si ferma… Ma non per noi.

Noi iniziamo proprio da essa”

Dei fuochi fatui Giulio ci dice, attraverso l’aletta della copertina di Soffio, che sono delle piccole fiammelle di fuoco freddo che popolano cimiteri, paludi e luoghi infestati. Nascono dalla morte, della quale si nutrono anche e da molti secoli sono considerati una prova dell’esistenza dell’aldilà.

Tra le pagine di Soffio però le cose sono diverse. Giulio ci svela quelli che, secondo la sua sensibilità, sono i sentimenti e le personalità di queste creature sospese tra il regno dei vivi e quello dei trapassati. I fuochi fatui di Giulio sono così umani che se non fosse per la loro natura, che ci viene descritta e palesata attraverso le immagini sin dalla prima pagina, si farebbe fatica a non crederli umani d’altra forma.

Soffio è un fuoco fatuo profondamente diverso dagli altri fuochi fatui con i quali entra in contatto. L’essere una creatura unica nel suo genere e il non potersi confrontare con qualcuno che gli sia simile e capace di fargli da guida portano il piccolo Soffio a pensare di essere sbagliato, difettoso. Invece Soffio è solo una creatura speciale, sin dalla nascita e chi legge il fumetto lo sa subito! Viene voglia di poterlo dire al piccolo Soffio ma l’unica cosa che si può fare è continuare a leggere.

Soffio nasce da una persona ancora viva e rifiuta di nutrirsi come fanno gli altri fuochi fatui così, a poco a poco, Soffio si trova a vivere una vita da emarginato in cui le delusioni sono sempre dietro l’angolo così come il senso di inadeguatezza. Questo baratro, apparentemente senza ritorno e senza luce, finisce quando il piccolo fuoco fatuo capisce quanto sia speciale e quanto sia fondamentale il suo ruolo per gli esseri umani. Sì perché il piccolo Soffio è quel nuovo inizio che tanti cercano per potersi scaldare il cuore.

Un soffione, una chiacchierata. Soffio nasce dall’aria e dal cuore di Giulio che a quell’aria ha saputo dare una forma, una storia e una gamma di colori da favola che si sposano perfettamente alle linee semplici e accoglienti dei personaggi.

Il linguaggio visivo di Giulio nella sua semplicità riesce a lasciare spazio alle atmosfere e ai sentimenti. Mette in connessione i due mondi, quello dei vivi e quello dei trapassati grazie ad un’atmosfera sognante che viene enfatizzata dalla forma irregolare delle vignette. Un’atmosfera che a suo piacimento l’autore tronca per lasciare spazio al bianco e nero che tra queste pagine rappresenta solitidini e paure. anche in questo caso però Giulio non lascia il lettore in una disperazione tossica e contamina con il colore le tavole destinate ad ospitare questi sentimenti oscuri che ogni creatura presto o tardi si trova a sperimentare.

Soffio nasce dall’esigenza di dire qualcosa di importante, vuole porre l’attenzione su una malattia genetica cronica: la fibrosi citica. Il risultato, l’insieme di Soffio però è molto di più! Che sia stato fatto con totale consapevolezza o meno da parte dell’autore leggerlo non porta solo a conoscere una malattia poco conosciuta. Quando si finisce di leggere, lo si chiude e lo si rigira per guardare il piccolo Soffio in copertina ci si scopre ad avere un sorriso in più, ci si sente meno soli e un po’ più compresi.

Probabilmente questa sensazione è data dal fatto che, come si può leggere tra le ultime pagine, “gli antichi egizi, ad esempio, ritenevano che l’apparizione di queste fiammelle accanto ad un defunto stesse ad indicare che quest’ultimo, quando era in vita, era stato un uomo pieno di virtù. Più la fiamma era luminosa più lo si poteva ritenere una brava persona” e il piccolo Soffio come potete vedere è davvero luminoso.

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