MeFu prova a regolamentare l’utilizzo delle cosiddette intelligenze artificiali

MeFu sta raccogliendo fondi per regolamentare l’uso delle intelligenze artificiali
Riportiamo il manifesto integrale della campagna che trovate su gofundme.com
Stiamo assistendo al più grande furto di dati e proprietà intellettuali di sempre.
Se pensi che i tuoi dati e le tue opere d’ingegno non debbano essere sfruttate impunemente a scopo di lucro da una manciata di aziende private, questa è la battaglia che devi sostenere.
L’estate 2022 ha visto la diffusione di una nuova, incredibile tecnologia, le AI text to image (TTI) e image to image, intelligenze artificiali che generano immagini a partire da testo o da altre immagini.
La qualità di un’AI generativa dipende dalla qualità del suo dataset di immagini: più immagini ci sono, più stili l’AI può replicare e più cose può fare. Quello che le società di AI vendono è, insomma, il risultato di operazioni su dati. I dati presenti in questi dataset sono di ogni tipo e includono immagini coperte da copyright, foto private e altri dati sensibili, raccolti indiscriminatamente dai bot. È solo grazie al lavoro degli artisti e ai dati di tutti noi che costituiscono i dataset che le AI sono in grado di produrre i risultati che vediamo condivisi tutti i giorni sui social. In tutti i casi si tratta quindi di dati che sono completamente fuori dai requisiti minimi imposti dal rispetto dei diritti umani che regolano la nostra comunità.
La nostra creatività e professionalità non può essere utilizzata per creare immagini o prodotti che hanno il solo scopo di arricchire una manciata di società con una simile politica predatoria che si stanno arricchendo attraverso lo sfruttamento e l’abuso del lavoro di tutti gli artisti del mondo.
Tutte le professioni creative, non solo quelle visuali, dovrebbero difendere il proprio patrimonio identitario.
Donando a questa campagna ci aiuterai a sostenere le spese legali necessarie a far regolamentare a livello comunitario il modo in cui queste società raccolgono i loro dati.
Questi i punti che vogliamo far rispettare:
1) Tutti i dati relativi a persone o opere, in qualsivoglia forma, siano essi già digitalizzati come file di testo, audio, video o di immagine o catturati dalla realtà attraverso videocamere, microfoni o qualsiasi mezzo di registrazione, non devono poter essere utilizzati per il training di modelli di AI senza l’esplicito consenso informato dei loro legittimi proprietari. Chiediamo quindi l’estensione dei principi di salvaguardia dei dati personali già introdotti al web dal GDPR anche alle AI e l’introduzione di una nuova forma di tutela per questa nuova forma di sfruttamento: il “training right”.
2) L’utilizzo di nomi di persone, nomi d’arte o opere che non sia coperto da una licenza di sfruttamento per il training di AI deve essere proibito dai software che consentono di inserire un “prompt” testuale o vocale per richiedere la generazione di un’immagine, di video, testo o suono.
3) L’utilizzo di video, immagini, suoni e testi che non sia coperto da una licenza di sfruttamento per il training di AI deve essere proibito dai software che consentono di inserire media per richiedere la generazione di un’immagine, di video, testo o suono.
4) Deve essere istituito un sistema di indicizzazione e certificazione standardizzato, “human e machine readable” delle attività delle AI e dei dataset di immagini, testi o suoni interamente o parzialmente prodotte con AI. Diciture come “interamente generato con AI”, “realizzato utilizzando materiale generato con AI” dovrebbero diventare lo standard anche per garantire un corretto funzionamento delle AI stesse.
5) Non appare sufficiente il discrimine tra materiale “copyrighted” e “di pubblico
dominio” per individuare cosa può e cosa non può finire dentro i data set. Nei data set possono infatti trovarsi anche dati personali sensibili, quindi protetti dalle leggi sulla privacy, ma non da copyright. Al tempo stesso, esistono casi di materiale pubblicato in un momento in cui non si poteva prevederne l’utilizzo nel contesto di dataset per il training dei modelli di Intelligenza Artificiale. Ogni singolo dato che viene inserito nei modelli di training deve essere curato e autorizzato dai legittimi proprietari e quindi inserito in maniera volontaria e informata dai singoli autori. Le aziende di AI devono produrre internamente materiali originali per il training o licenziare contenuti esterni secondo termini e condizioni contrattuali precedentemente stabilite con gli autori interessati.
Q: Chi siete? Perchè dovrei fidarmi di voi?
A: MeFu – Mestieri del Fumetto nasce il 1° maggio 2020 come gruppo di ricerca che si pone l’obiettivo di indagare quale sia la situazione economica di chi crea fumetti in Italia.
All’interno di questa categoria rientrano: autor* unic*, soggettist*, sceneggiator*, disegnator*, inchiostrator*, colorist* e letterist* (ed eventuali altri ambiti specifici, ma sempre propri del linguaggio del fumetto, che dovessero definirsi).
Dal 24 febbraio 2021 MeFu – Mestieri del Fumetto è riconosciuta legalmente a tutti gli effetti come associazione senza scopo di lucro, con il fine di operare per il riconoscimento, la valorizzazione e la tutela dell’attività professionale delle categorie indicate in precedenza, e di rappresentarle unitariamente e assisterle nei rapporti con le naturali controparti, nelle pubbliche relazioni interne e internazionali, nei rapporti con i pubblici poteri, e nelle relazioni con altri enti o persone.
L’attività di MeFu si rivolge sia a chi si associa, con l’obiettivo di garantire i suoi interessi economici, giuridici, fiscali e sindacali, e di stipulare accordi e convenzioni a suo beneficio, sia a tutta la categoria in generale, attuando iniziative di sostegno e diffondendo informazioni e aggiornamenti che possano essere utili e giovare alla comunità del fumetto.
Il consiglio direttivo di MeFu è formato da Francesco Archidiacono, Samuel Daveti, Claudia Palescandolo ed Emanuele Rosso.
Inoltre è stato coinvolto un gruppo di affermate figure professionali che potesse rappresentare al meglio il fumetto italiano nella sua diversità e complessità, in termini di ruoli, di mercati e di percorsi artistici. Questo gruppo è composto da:
Simone “Sio” Albrigi
Francesco Artibani
Paola Barbato
Elena Casagrande
Manuele Fior
Ariel Vittori
LRNZ
Puoi trovare un sacco di altre informazioni sul nostro sito web:
Q: A cosa servono questi soldi?
A: Donando a questa campagna ci aiuterai a sostenere le spese legali necessarie a far regolamentare a livello comunitario europeo il modo in cui queste società raccolgono i loro dati.
Prevediamo che ci vorranno almeno 2 anni per raggiungere il nostro obiettivo, con una spesa mensile di circa 3.000€.
Le attività che stai finanziando sono:
– Attività di relazioni con le istituzioni per la modifica dell’AI ACT: questa attività è senza dubbio la più onerosa perchè prevede legali specialisti nel diritto d’autore e nel trattamento dei dati così come un intenso lavoro di comunicazione con le istituzioni a Bruxelles.
– Attività di comunicazione verso i soci e i professionisti del settore della creatività:
Per tenere viva la campagna avremo bisogno di un continuo lavoro di comunicazione verso l’esterno, ma anche verso gli investitori e i membri della comunità creativa.
– Attività di media relations
– Creatività e PED sui social media per sensibilizzare le istituzioni e il Governo
Q: 70.000 euro sono un sacco di soldi! Come avete intenzione di spenderli?
A: Sembrano molti, ma vanno contestualizzati: MeFu ha le idee chiare sui punti fermi della battaglia, ma non ha le risorse interne ne le competenze per affrontare la fase operativa e tecnica di scrittura delle proposte normative che richiedono esperti di diritto d’autore e di privacy, come di legislazione internazionale. Tantomeno la capacità di affrontare da sola un tavolo tecnico alla Comunità Europea. Per questo è necessaria la spesa di circa 35.000 euro annui per avere a disposizione alcuni fra i migliori esperti in circolazione, professionisti con uno storico di successi europei in questi ambiti, e garantire loro la possibilità di due anni di attività intensissima. Si tratta quindi di poco meno di 3000 euro al mese per avere il massimo dell’impatto possibile sul regolamento comunitario europeo. Capisci da solo che si tratta del minimo indispensabile e se ora ti sembrano troppo pochi è bene che tu sappia che anche questi esperti hanno a cuore la battaglia in cui li stiamo coinvolgendo e proprio per questo hanno offerto una tariffa scontatissima!
Se riusciremo a superare la soglia minima di 70.000€, i fondi aggiuntivi verranno investiti nell’organizzazione di eventi che coinvolgano artisti, aziende e istituzioni da tutto il mondo per sensibilizzare al tema.
Q: Ok, ma chi sono questi esperti a cui vi state affidando?
A: Abbiamo scelto VERA Studio la società fondata da Francesco Schlitzer. Francesco e i suoi colleghi hanno un’esperienza unica nel settore del copyright e dei diritti di proprietà intellettuale. Nel 2012 ha ottenuto che l’Italia fosse il primo paese in Europa a liberalizzare i diritti patrimoniali degli artisti musicali e del video, che venivano mal gestiti e non distribuiti agli artisti da un monopolio inefficiente, poi messo in liquidazione. Lo scorso 2021, durante il recepimento della direttiva europea Copyright, VERA si è battuta con successo affinché il testo della direttiva fosse migliorato a tutela dei diritti economici degli artisti il cui lavoro viene sfruttato dalle piattaforme streaming. Un altro motivo della scelta è che VERA Studio non ha nel portafoglio aziende attive nel settore delle arti, del cinema o dell’entertainment, ma lavora esclusivamente in difesa dei diritti degli artisti e dei professionisti che operano nel settore; questo ci assicura l’assenza di qualsiasi conflitto di interessi. Negli scorsi tre mesi, VERA ci ha fornito gratuitamente la propria consulenza per impostare le prime fasi della nostra campagna e avviare l’attività con le istituzioni europee.
Se vuoi saperne di più:
Q: Di questi soldi che doniamo Mefu trattiene o guadagna qualcosa come associazione?
A: Assolutamente no: MeFu e tutti i suoi membri sono a disposizione per puro attivismo politico, spendendo cioè tempo e denaro e investendo al propria professionalità per il bene esclusivo della causa, esattamente come te che effettui la donazione.
Q: Davvero riuscirete a portare avanti questa battaglia così complessa con il solo aiuto di questi fondi?
A: No. Vogliamo coinvolgere anche le aziende che si occupano di creatività a 360 gradi, come case editrici, di produzione, studi di animazione, case di moda, firme del design, studi creativi, aziende che producono materiali per la creatività siano essi articoli di belle arti tradizionali o di disegno digitale. Speriamo che ognuna di queste realtà contribuirà anche sul piano del supporto operativo offrendo supporto su più livelli, sia esso economico, strategico o logistico.
Q: Ok. Non ho minimamente idea di cosa state parlando. Davvero devo essere preoccupato? Potreste darmi qualche ragguaglio?
A: Certo, buona lettura!
https://www.lrnz.it/clicktoimagine
https://www.lrnz.it/appunti-ai
Q: Quindi siete dei luddisti? Siete contro il progresso?
A: Assolutamente no. Ti portiamo un esempio: nella stampa la tecnologia è progredita raggiungendo livelli insperati eppure ci sono alcune cose che non è possibile stampare liberamente (i soldi ad esempio, altrimenti non ci sarebbe servita questa campagna) o che non è possibile riprodurre meccanicamente per scopo di lucro se non si hanno dei diritti di edizione (come per film, romanzi, fumetti etc). Questo accade per una convenzione etica e normativa, non per una limitazione tecnologica. Noi non vogliamo limitare la tecnologia e anzi speriamo che arrivi a svilupparsi verso risultati sempre più incredibili. Crediamo solo che vada usata con un maggiore rispetto della comunità e non solo per accelerare la corsa al monopolio tecnologico e di mercato di pochissimi soggetti privati. Speriamo in un mondo in cui usare le AI per progetti visuali possa essere fatto senza dover scendere ad un simile compromesso etico.