Intervista a Nucci/Gualtieri > La Divina Congrega

Il 18 novembre Sergio Bonelli Editore ha pubblicato il primo volume de La Divina Congrega, una nuova serie a fumetti scritta da Marco Nucci e Giulio Antonio Gualtieri per i disegni di Giorgio Spalletta, Matteo Spirito e colori di Francesco Segala.
Prima di tutto faccio i miei complimenti a tutto lo staff che ha lavorato al progetto, che è davvero interessante e, secondo me, strizza tanto l’occhio anche graficamente alle serie supereroistiche americane. Vi chiedo com’è nato il team che ha lavorato alla serie?
Giulio A. Gualtieri: Con Marco collaboriamo su vari progetti da vario tempo, e avevamo deciso da un po’ di proporre qualcosa alla Bonelli. All’inizio avevamo puntato su altri disegnatori, ma poi ci si è presentata l’opportunità di poter lavorare con Giorgio e non ce la siamo fatta scappare. A quel punto, coinvolgere Francesco era una scelta obbligata. Per Matteo invece è stato leggermente diverso, nel senso che lo volevamo soprattutto come copertinista ma poi è nata quest’idea di giocare un po’ con la composizione dell’Inferno, e quindi lo abbiamo coinvolto anche per gli interni.
Marco Nucci: Quindi siamo cinque, e credo, a occhio e croce, che sia il fumetto con lo staff artistico più “allargato” a cui io abbia lavorato nella mia carriera. Una piccolo Congrega, a suo modo, anche se per niente “divina”, e quanto mai “terrena”.
Ci raccontate il momento più critico della lavorazione e anche il più simpatico e gratificante?
G.A.G.: Giorgio è bravissimo, e per questo io che lo conosco da più tempo avevo cercato di tenere nascosta agli altri la sua squadra del cuore. Purtroppo l’hanno scoperto e sono rimasti tutti un po’ delusi, ma siamo un team democratico, accettiamo anche i laziali! Durante la lavorazione poi, Giorgio ci ha chiamato preoccupato, perché a suo dire, c’erano troppi cavalli. E così, adesso, li abbiamo ridotti sensibilmente, fino quasi a farli sparire… Lui è rimasto così contento che indica sempre la tavola iniziale della sequenza nella palude come la sua preferita… D’altronde, a caval donato…
M.N.: La fase più delicata è stata tratteggiare i protagonisti. Dovevamo dar voce a personaggi tra i più illustri dell’ultimo millennio, e un po’ di timore reverenziale era fisiologico. Tanto più se si pensa che La Divina Congrega è un prodotto sfacciatamente pop, dal ritmo serrato, e non c’era tempo per perdersi in approfondimenti eccessivi. Così abbiamo deciso che l’unico modo di affrontare il cimento era lasciarsi andare al piacere del racconto (specialmente all’ironia), e questo è stato il momento più simpatico. Scegliere l’ironia narrativa.
Oltre a Dante Alighieri perché sono stati scelti Leonardo Da Vinci, Lorenzo il Magnifico, il cimmero Otello, la Venere di Botticelli, Cristoforo Colombo e la maga Circe a comporre questa SUPER SQUADRA? Come è nata l’idea?
G.A.G.: Con Marco volevamo proporre in Bonelli qualcosa che avesse un impatto immediato. Un high concept, come dicono gli americani. Così, un giorno, ci è venuto in mente di fare gli Avengers, però in Italia. A quel punto era chiaro che se volevamo prendere i personaggi italiani più famosi al mondo dovevamo rivolgere la nostra attenzione al Rinascimento: è quella la nostra golden age. Così, Leonardo, Lorenzo, Colombo e la Venere di Botticelli sono venuti quasi in automatico. Circe non è chiaramente un personaggio rinascimentale, anche se nell’ottica di riscoperta dei classici tipica dell’epoca è spesso citata in molti affreschi, e questo ci ha dato l’idea di inserirla nel nostro supergruppo. Per quanto riguarda Otello, ci serviva qualcuno con quelle caratteristiche e anche se Shakespeare non è chiaramente italiano il Moro di Venezia invece sicuramente sì!
M.N.: La decisione di mescolare personaggi di fantasia ad altri realmente esistiti è nata fin da subito, con l’esplicito intento di sottolineare la matrice fantastica del racconto, e scollarlo da qualsivoglia fedeltà storica. Il mondo in cui si svolgono i fatti è il nostro, certo, ma piegato con disinvoltura al piacere del racconto. La Divina Congrega è un gioco, e come tutti i giochi ha in primis il dovere di divertire e intrattenere. Tutto il resto è secondario.
Personalmente, mi piacciono tantissimo sia i disegni che i colori. Molto bello sia il taglio delle tavole che il dinamismo che assumono. La serie avrà una continuity anche graficamente?
G.A.G.: Sicuramente per il secondo volume, che sarà ancora disegnato dallo stesso team. Poi si vedrà.
Potete già anticiparci di quanti volumi sarà composta la serie e che cadenza avranno le uscite?
G.A.G.: Per il momento ragioniamo di due volumi, con il secondo in uscita nel 2022 che andrà a chiudere il primo arco narrativo. Noi siamo carichi e pronti a raccontare nuove storie, ma si sa, vuolsi così cola dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandar.
Salutandovi vi chiedo cosa, come lettori, ci dobbiamo aspettare nei prossimi volumi.
G.A.G.: Ah, come dicevo prima, noi abbiamo parecchie idee che bollono in pentola. Il Rinascimento italiano è la nostra golden age, ed è in effetti un’epoca di ricchezza narrativa spumeggiante: i riferimenti sono tantissimi, e tutti molto noti. Insomma, l’idea sarebbe quella di continuare a giocare con l’immaginario nostrano, sempre riletto in salsa pop… Intanto, posso sicuramente anticiparti che il secondo volume sarà a tutti gli effetti un inferno!
M.N.: Ecco, come al solito ha detto tutto Giulio. Ne approfitto per salutarvi, ringraziandovi per la bella intervista.