Associazione Lo Scarabocchiatore

Ilaria Martorelli presenta Il serial radiofonico di Flash Gordon

Una caratteristica che si inserisce all’interno della narrazione è la serialità. Le forme di narrazione seriale non sono recenti, si sono sviluppate nella cultura di massa già dall’800, anche in un singolo medium. Nell’evoluzione delle narrazioni transmediali[1] hanno rivestito una notevole importanza le riviste pulp e i fumetti. L’utilizzo delle narrazioni seriali – sia nella forma di romanzi a puntate (serial), sia in quella di racconti autonomi legati tra loro dall’iterazione di personaggi, ambientazioni e/o vicende narrative – era il modo migliore per fidelizzare il pubblico ad una rivista, prendendo il caso delle riviste pulp, così da farne reiterare l’acquisto mese dopo mese. Questo processo in seguito riemerse nei comic book e successivamente nell’audiovisivo.  

Questo breve approccio con la serialità è importante per l’analisi della produzione di Flash Gordon che “dal punto di vista narrativo […] edifica uno storyworld potenzialmente infinito, in quanto connesso alle potenziali ricombinazioni del desiderio e dell’esplorazione tra le utopie del fantastico e della fantascienza, attraverso una sapiente ricombinazione delle tecniche narrative dello storytelling seriale. “

L’espansione narrativa di questa nota serie a fumetti di fantascienza, ideata da Alex Raymond, inizia con i serial radiofonici. Dal 27 aprile al 26 ottobre 1935 furono trasmesse, attraverso il Mutual Broadcasting System degli Stati Uniti, ventisei episodi settimanali del radiodramma The Amazing Interplanetary Adventures of Flash Gordon. Tale prodotto mediale costituiva un esperimento davvero interessante per l’industria culturale americana di quegli anni, infatti, i primi quattro episodi (dal 27 aprile al 18 maggio) ricostruirono, in modo


[1] “Una storia raccontata su diversi media, per la quale ogni singolo testo offre un contributo distinto e importante all’intero complesso narrativo. Nel modello ideale di narrazione transmediale, ciascun medium coinvolto è chiamato in causa per quello che sa fare meglio – cosicché una storia può essere raccontata da un film e in seguito diffusa da televisione, libri e fumetti.” Definizione di Henry Jenkins scritta sul suo testo più famoso Cultura Convergente (2006).

sintetico, il primo anno delle tavole domenicali della serie; dal quinto episodio al penultimo, seguì in contemporanea la striscia domenicale drammatizzando la nuova storyline The Witch Queen of Mongo. Gli interpreti dei personaggi furono: Gale Gordon per Flash Gordon, Maurice Franklin per il dottor Zarkov e Bruno Wick per Ming.

Questa produzione seriale è risultato essere il primo tentativo di testare sul mercato le potenzialità del personaggio, un tentativo ben riuscito dato dall’interessamento dei fan a espandere il proprio legame affettivo con il protagonista del fumetto in altre piattaforme mediali. La radio rinforzò ciò che era stato già determinato dalle tavole dei fumetti, aggiungendo voce e sostanza.

Un altro aspetto interessante di questo serial è dato dall’ultimo episodio inedito. La storia narra del protagonista, Flash Gordon, che insieme a Dale e Zarkov facevano ritorno sul pianeta Terra incontrando Jungle Jim, un personaggio di un’altra serie a fumetti omonima realizzata dallo stesso disegnatore, Alex Raymond, edito Hearst. In termini tecnici si stava assistendo ad un crossover, ovvero, l’unione di due o più ambientazioni o due o più personaggi in un’unica narrazione, che in questo caso aveva portato all’incontro tra due eroi del fantastico nella fusione tra due serie apparentemente lontane.

Il successo di The Amazing Interplanetary Adventures of Flash Gordon spinse il Mutual Broadcasting System a produrre un sequel con episodi che divergevano dalle strisce di Raymond. The Further Interplanetary Adventures, titolo del nuovo serial, fu trasmesso a partire dal 28 ottobre 1935, due giorni dopo l’ultimo episodio del primo serial, al ritmo di cinque episodi a settimana, ben settantadue episodi in totale, fino al 6 febbraio 1936. Purtroppo, gli episodi, ad eccezione per soli quattro, andarono perduti. Tutto ciò fa capire la grande importanza che Raymond diede alla radio; le produzioni radiofoniche vennero pensate come un’opportunità per espandere e vivificare l’universo narrativo originario.

Fonti: Bertetti, P.(2020), Che cos’è la transmedialità, Roma, Carocci Editore.

Mario Tirino (a cura di) (2019), Flash Gordon. L’avventurosa meraviglia: mito, immaginario e media, Eboli, NPE.

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