Ilaria Martorelli presenta Il serial fantascientifico: Flash Gordon

È il 7 gennaio del 1934 quando venne pubblicata una nuova serie a fumetti di fantascienza: Flash Gordon.
Ideata da Alex Raymond, la serie ebbe un enorme successo tanto da avere un seguito anche in altri media: serial radiofonici, film, serie televisive, cartoni animati.
Raymond creò un personaggio che all’inizio si ritrova, insieme alla sua compagna, Dale Arden, e al dottor Zarkov, a costruire un’astronave per salvare la Terra. L’astronave atterra sul pianeta Mongo, in collisione con la Terra che poi sarà salvata, incontra qui il pretendente al trono del pianeta, il Principe Barin, e il suo arcinemico Ming.
Ma il creatore di Flash Gordon non si fermò ad un’unica storia, fece ritornare Gordon, negli anni ’40, sul pianeta Terra per partecipare alla Seconda Guerra Mondiale, facendolo successivamente diventare un pilota spaziale impegnato in avventure interplanetarie di genere fantascientifico tecnologico.
Anche da qui riusciamo a comprendere la serialità del progetto.
La parte che poteva e può ancora oggi incuriosire gli amanti del fumetto e gli addetti al settore è l’evoluzione e la sperimentazione di Raymond che riguarda non solo le tecniche di disegno e l’illustrazione, ma anche le gabbie grafiche.
Per quanto i punti di riferimento fossero pochi all’epoca, poteva guardare soprattutto ad artisti come Young, Foster e Calkins, soprattutto al genere d’avventura, riuscì in qualche modo a portare delle novità, una evoluzione del tratto che era possibile vedere fin da subito, ciò che mantenne è l’approccio di tipo illustrativo, pur cercando sempre di fare anche altro, spostandosi dagli standard dell’illustrazione.
All’inizio era prevista una struttura di quattro strisce di tre vignette ciascuna con immagini dal segno rapido e sfondi abbozzati, fino ad arrivare a una tavola di due strisce di tre vignette ciascuna, in alcuni casi le vignette venivano ridotte se ve ne era una di dimensione doppia rispetto alle altre.
Questo bisogno di spazio era dipeso dalla necessità di costruire un mondo fantastico complesso, furono eliminati anche i balloon per dare spazio alle didascalie, la narrazione verbale andava a compensare il numero ridotto di vignette in cui comparivano singoli momenti di azione.
Sul finire degli anni ’30 Raymond raggiunse uno stile dettato da linee lunghe e attentamente modulate con un segno nero netto abbandonando le ombreggiature.
Ma gli anni ’40 furono anche anni in cui il fumettista inizia ad allontanarsi dalla sua creatura fino ad abbandonarla nel 1944.
Nonostante questo Flash Gordon continuerà a vivere grazie alle varie trasposizioni, tra cui il serial radiofonico…ne scoprirete di più nel prossimo articolo.
Fonti: Barbieri, D. (2021), Breve storia della letteratura a fumetti, Roma, Carocci Editore.
Barbieri, D. (2020), I linguaggi del fumetto, Milano, Bompiani.