Il secondo volume di Materia Degenere è in prevendita fino al 31/01/2021
LA MATERIA DI CUI SONO FATTI I FUMETTI
(COS’È MATERIA DEGENERE)
Materia Degenere è un’antologia di racconti di genere a fumetti, scritti e disegnati da giovani autrici.
Un po’ autoproduzione, un po’ rivista, un po’ graphic novel, Materia Degenere si nutre di tutte queste forme del fumetto contemporaneo per dare origine a uno spazio di sperimentazione, un luogo dove si incontrano percorsi artistici, professionali e generazionali diversi: underground ed editoria, DIY e lavoro redazionale, esordio ed esperienza.
Materia Degenere è un oggetto narrativo a più voci, con poche semplici regole e la massima libertà creativa:
> 1 autorǝ mentore che mette a disposizione il prorpio immaginario attraverso 5 spunti narrativi;
> 5 autrici (esordienti o quasi) che a partire da quegli spunti scrivono e disegnano 5 storie;
> 30 tavole a disposizione per ciascuna storia;
Materia Degenere è un’idea replicabile. Ecco perché, dopo il primo volume, stiamo lavorando al secondo, in uscita a febbraio 2021 e preordinabile ora.
ECCO IL DREAM TEAM AL LAVORO SU MATERIA DEGENERE #2:
Matteo Contin (1987) è una figura mitologica del mondo del fumetto: denominato da molti “Duluth Comics”, è molto più di quanto dica questo nome e di quanto appaia agli occhi di superstiziosi e miscredenti, come lo Yeti è più di un semplice mostro delle nevi. I suoi primi avvistamenti risalgono al 2014 e da allora è una chimera della critica fumettistica. Ha infinite forme: c’è chi lo ha visto sfoderare i denti sul sito di critica Le Fauci; Chi Combinare Caotici Composti Chimici per Creare Cubi Critici (Cubo Bellingeri, premio della critica del fumetto); chi l’ha sentito ruggire verso malcapitati fumettisti al microfono del podcast Duluth. Ha lasciato impronte su Fumettologica e invia mensilmente fumetti gratis con la newsletter Lana di Roccia. È l’editor di Materia Degenere: collabora con altre creature per dar vita al loro immaginario, alla loro storia da bestiario.
Dopo Marco Galli, ideatore ed editor del primo volume di Materia Degenere, per questo nuovo capitolo dell’antologia la scelta è caduta su un altro straordinario autore del panorama fumettistico italiano: Tuono Pettinato. È lui questa volta il mentore che ha messo a disposizione il proprio immaginario generativo attraverso 5 spunti narrativi da cui le autrici sono partite per costruire 5 storie di genere, con pochi punti fermi e la massima libertà degenerativa.
Proiifico creatore di personaggi che hanno reso la mediocrità uno status, abile ideatore di improbabili detournement semantici, caustico cronista di aneddoti pretestuosi, Tuono ha attinto appieno al suo universo di riferimenti pop, cinematografici, televisivi e musicali per regalare alle 5 autrici di questa edizione di Materia Degenere materiale narrativo di prim’ordine.
Assemblata nel 1996 con pezzi di rotaie della stazione di Napoli-Gianturco e chiodi di crocifissi dismessi, Ferraglia è un nuovo re Mida dei sobborghi: gratta la patina d’oro della realtà e la mostra per come è, zozza e molesta. Pungola la carta per farle cantare l’horror neomelodico che si aggira nella sua testa, fatto di bestie e morsi, deformità e glitch. Santa protettrice del filo spinato con cui cucirsi la bocca, sferraglia tra Napoli e Bologna, dove frequenta il corso di Linguaggi del Fumetto all’Accademia di Belle Arti, con apparizioni nelle fiere di tutta Italia. Fa parte del collettivo Raptus, nomen omen.
Se chiedete a Nova, vi dirà che è stata trovata nel 1984 nel bidone dei rifiuti di un supermercato e che è stata allevata da una banda di cani randagi. Memore del suo passato tra i graffiti e le pubblicità anni ’90 – La fabbrica dei mostri su tutte –, si laurea in Belle Arti per imparare a sparare su carta secchiate di nero e colori fluo col Superliquidator. Un po’ Masaaki Yuasa un po’ Taiyo Matsumoto “de noantri”, collabora col progetto TINALS – This Is Not A Love Song e col progetto Stigma. Nel 2018 è uscito Stelle o Sparo (Baopublishing).
Roberta Scomparsa (Treviso, 1994) è tra i fondatori del collettivo Doner Club con cui autoproduce dal 2015. Nell’esordio La medusa (Canicola, 2016), ha sollevato con naturalezza i segreti di una famiglia in vacanza, come si rovescia un asciugamano dalla sabbia; la sabbia ha poi coperto le rovine di Ercolano e lei ci ha scavato dentro dissotterrando una storia non ancora accaduta, Salvo delle Pietre (MiBact-Coconino Press, 2019). Riceve apprezzamenti da Simon Hanselmann e da Gipi, che la seleziona per la mostra Gipi presenta: MNPSZ al Napoli Comicon 2019. Nella fanzine Piatti Sbekkati raccoglie ciclicamente i suoi fumetti, disegni e testi illustrati e dà vita al personaggio di Trappola Stiff, una vagabonda con la testa da tubero. Continua ad autoprodurre ma senza consumarsi; vorrebbe aver fatto di più ma la ricerca costante dell’equilibrio tra viversela e raccontarla le toglie molto tempo utile.
Dalle origini poliedriche come un caleidoscopio, Louseen Smith (Luisina Elizabeth Ilardo), classe 1995, pittura muri e fogli da una parte all’altra del mondo: dall’Argentina alla California, dalla Spagna all’Italia. Scopre infatti che i muri migliori sono quelli incrostati di sale dell’Adriatico e si stabilisce tra la sabbia e gli ombrelloni di Riccione. Raccontatrice di balle (ben scritte) per professione, impara a nuotare tra i colori all’Accademia di Belle Arti di Bologna, per buttarsi in un mare dai contorni morbidi ma netti, con piante carnivore belle e insidiose. Pirateggia sotto la bandiera del collettivo Destroy Brandina, che raduna diversi artisti della riviera romagnola. La sua ultima fatica è Il Curatutto.
Upata (Elisa Turrin) nasce nel 1996 dall’impasto di argilla e acquitrini delle zone di Pordenone, creatura di un ecosistema composto da una fauna in via d’estinzione.
Fin da piccola sente la responsabilità di queste origini: il suo spirito silvano la conduce su sentieri poco battuti, sulle orme di animali di ogni tipo. Per poterli disegnare (e con la scusa, accarezzare) tutti, si diploma all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Anche da lontano non abbandona i luoghi natii e dal 2015 collabora con la rivista satirica friulana Mataran, dove ritrova le bestie rare della sua infanzia. Studia illustrazione all’ISIA di Urbino ed è una delle poche artiste a poter vantare di saper disegnare un cavallo alla perfezione.