Alessio Corbella legge per noi Il Nido, di Marco Galli per Coconino Press

Per leggere al meglio la cronaca di oggi dobbiamo conoscere e ricordare quella passata. A volte superando qualche ostacolo.
Alessio Corbella legge per noi Il Nido, di Marco Galli per Coconino Press
In una precedente recensione ( DENTRO UNA SCATOLA DI LATTA) ho parlato così:
Il lavoro di Marco Galli è un gioco di equilibri in cui tutte le persone rappresentate sono diventate nodi distanti di una rete di relaizioni umane ormai impalpabili, insipide, relazioni che vanno avanti per inerzia
Parlando quindi di una lettura introsprettiva non solo della natura umana ma anche del suo essere sociale risulta superflui ricordare quanto (cavolo) è bravo Marco Galli.
Vederlo all’opera nel racconto di uno dei gruppi di persone più odiate del secolo scorso era una esperienza da non perdere (e approfitto per ringraziare Lo Scarabocchiatore per questa opportunità).
Prima di iniziare ero convinto di leggere proprio gli ultimi anni di vita del fuhrer, la famosa scena del bunker.
Invece Marco ci attrae nei giorni dello sbarco in Normandia dell’esercito alleato, poco meno di un anno prima.
Tre i volti principali della storia: Eva Braun, moglie e segretaria del fuhrer, regge il comando all’interno del Nido dove i generali del governo nazista si mostrano in tutta la loro frivolezza e mancanza di carattere, a differenza di Hitler; quest’ultimo è il secondo volto, quello di un uomo consapevole degli obiettivi che ritiene di poter raggiungere ma incredibilmente incapace di vivere nel mondo da lui stesso costruito.
Non riesce nemmeno a stabilire un contatto fisico nè con nessuno dei presenti in casa sua e nemmeno con Eva… forse solo il cane, di cui leggiamo i pensieri, è la sua ancora di normalità; infine abbiamo Klaus, un uomo che per due volte ha in mano la vita di Hitler, consapevole di poter porre fine al suo governo di terrore ma allo stesso tempo anche incarnazione di tutte le paure incastonate nel cuore dei cittadini dopo anni di guerre e dittatura.
Dalla sua scelta di non uccidere nè Hitler nè il cervo capiamo la posizione del popolo incapace di ribellarsi ma anche di non credere più nella libertà.
Il tratto di Marco non è uno di quelli che mi attraggono di più ma è perfettamente in grado di evocare tutte quelle sensazioni ed emozioni che fanno vivere le parole di Ludwig Wittgenstein a inizio volume: In una giornata si possono vivere i terrori dell’inferno: di tempo ce n’è più che abbastanza.
La follia di Adolf, la tristezza di Eva, la frivolezza dei generali, il terrore di Klaus… rivivono nelle pagine di questo volume e ci trascinano nel Nido, dove condividiamo quei momenti mischiando sentimenti di repulsione, colpa e straordinaria empatia con le tre figure di cui abbiamo parlato.
Il volume è di grande formato, in tipico stile Coconino Fandango e non delude per la qualità.
Particolarmente toccante quando, in una sala di proiezione personale, Adolf Hitler ride sguaiatamente davanti alle peripezie del Grande Dittatore di Chaplin. L’ho adorato.
Un tratto nuovo, differentemente lontano da una figura umana equilibrata: un altro spaccato del nostro passato che ci fa ragionare o forse fantasticare sul presente.